Da Borelli all’editore Formiggini, da Enzo Ferrari al beato Focherini: le ultime volontà dei grandi esposte dai notai.
Enzo Ferrari, l’8 gennaio 1984 su carta intestata dell’azienda di Maranello, fu lapidario nel redigere il suo testamento a quattro anni e mezzo dalla morte che giungerà nell’agosto 1988: “Con il presente revoco ogni mia precedente disposizione testamentaria. Istituisco erede universale di tutti i miei beni mio figlio Piero Lardi Ferrari”.
Cosa c’è di più personale del testamento? Le ultime memorie che non servono solo a lasciare agli eredi le sostanze materiali di una persona, ma descrivono anche spesso il carattere e il modo di essere del defunto. Ecco perché la mostra “Io qui sottoscritto. Testamenti di grandi italiani”, prevista alle sale del Fuoco e Vecchio consiglio di Palazzo Comunale in piazza Grande qui presentata in anteprima, è importante. L’appuntamento, organizzato dal Consiglio nazionale del Notariato e dalla Fondazione italiana del Notariato e visibile dal 18 settembre al 18 ottobre, propone documenti originali di grandi italiani.
Ci sorto anzitutto i testamenti dei modenesi, Enzo Ferrari (1898-1988) in primis, ma anche il notaio Vincenzo Borelli (1786-1831), l’editore Angelo Fortunato Formiggini (1878-1938), beato Odoardo Focherini (1907-1944). Con loro i documenti personali di personaggi quali il politico ottocentesco Camillo Benso conte di Cavour, l’eroe dei due mondi Giuseppe Garibaldi, i politici Alcide De Gasperi ed Enrico De Nicola, lo scrittore dei Promessi Sposi Alessandro Manzoni, gli scrittori Gabriele D’Annunzio, Grazia Deledda, Luigi Pirandello, i poeti Gioachino Belli, Giovanni Verga e Giovanni Pascoli, il musicista più noto al mondo Giuseppe Verdi, i papi Giovanni XXIII e Paolo VI, l’industriale Giovanni Agnelli. Insomma tutti i personaggi che, insieme ad altri presenti lungo il percorso, hanno fatto la storia italiana.
Ma a destare più curiosità nei visitatori saranno i testamenti dei “miti” locali. Oltre a Ferrari si possono leggere quello surreale di Formiggini che di lì a poco, a causa delle leggi razziali appena entrate in vigore, si buttò dalla cima della Ghirlandina: “Viaggio triste ieri -scrive il 29 novembre 1938 alla figlia Emilia – per averti lasciato per sempre… Ma ieri sera tanto di cotoletta con i tartufi e di lambrusco…»
Oppure leggere quello di Focherini che nomina erede la giovane moglie Maria o quello di Borrelli che il 26 maggio 1831 scrive alla moglie chiedendo ‘Mille volte perdono ai genitori”. “Abbiamo pensato a questa mostra in occasione del festival filosofia -spiega il notaio Flavia Fiocchi, presidente dei notai modenesi – visto che quest’ anno la manifestazione di successo ha per tema “ereditare”. L’argomento suscita curiosità: dai documenti esposti si può infatti immaginare come un personaggio immaginasse il futuro. Il testamento è infatti un atto personalissimo che offre spesso tanti spunti antropomorfici. Si parla insomma di valori e idee”. Questi gli orari della mostra ad ingresso gratuito. Durante il Festival Filosofia: 18 settembre 9-23, 19 settembre 9 24 e 20 settembre 9- 20.